Rapporto sulla Cina

Lina Unali

Rapporto sulla Cina

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    Il libro tratta della secolare familiarità tra l’Europa e la Cina, dell’antica cultura filosofica trasmessa in Occidente e ammirata dalle nazioni; della cosiddetta invasione (qīnlüè) europea che permane alla base di considerazioni presenti e mute recriminazioni; dell’influenza letteraria e artistica di un mondo sull’altro, soprattutto a partire dalla metà del ’700, con alterne vicende, fino ai nostri giorni. Il Rapporto sulla Cina è stato scritto avendo anche di mira una migliore conoscenza reciproca.

    Leopardi si dimostrava disgustato dai caratteri della lingua cinese scritta, al punto di chiedersi: «Che è questo ingombro di lineette, di puntini, di spazietti, di punti ammirativi doppi e tripli, che so io? Sto a vedere che torna alla moda la scrittura geroglifica, e i sentimenti e le idee non si vogliono più scrivere ma rappresentare, e non sapendo significare le cose colle parole, le vorremo dipingere o significare con segni, come fanno i cinesi la cui scrittura non rappresenta le parole, ma le cose e le idee».

    Si deve dire che l’interpretazione leopardiana della lingua cinese secondo la quale i caratteri rappresentano le cose e le idee e non le parole appare corretta, se non altro, dimostra una profonda intuizione di quel che la lingua sia e tenda ad essere.



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